Tu sei qui
La struttura urbana e l’architettura minore di Venezia
La struttura urbana e l'architettura minore di Venezia
Questo itinerario è improntato alla conoscenza di alcuni luoghi, chiese e musei meno noti di Venezia. Si comincia con la visita alla chiesa e al campo di San Stae, prospiciente il Canal Grande e le parti esterne di Ca’ Pesaro, il più importante palazzo barocco della città, capolavoro di Baldassarre Longhena. Oggi è sede della Galleria Internazionale di Arte Moderna, che espone opere di grande interesse artistico.
L’itinerario prosegue attraverso fondamente e calli per osservare alcuni aspetti della cosiddetta architettura minore che, meglio di ogni altra, farà comprendere il vero tessuto urbano di Venezia e le tecniche di costruzione come, per esempio, in Campo Santa Maria Mater Domini, dove si vedranno autentiche case/fondaco ancora perfettamente conservate. In seguito, dopo una pausa al Museo del Profumo e del Costume di Palazzo Mocenigo, ci si concentrerà sulla zona di San Giacomo dell’Orio, con la sua affascinante chiesa e la visita all’insula di San Boldo.
In questo itinerario si propone la scoperta di tre laboratori artigianali: Mater Domini Mask, che produce maschere artigianali tradizionali veneziane; Ellemme Grafiche, un’antica tipografia, erede dell’antica e gloriosa tradizione veneziana della stampa dei libri, e il laboratorio di restauro di Elisabetta Mason, che pratica l’antica lavorazione del legno e foglia d’oro.
Il Sito "Venezia e la sua Laguna" è iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO dal 1987 per il suo Eccezionale Valore Universale, pertanto appartiene a tutti noi: abbiamo il dovere di rispettarlo e conservarlo affinché sia tramandato alle future generazioni.
Il patrimonio culturale del Sito va oltre le mura dei palazzi, delle chiese, oltre le isole e la laguna, ma è anche memoria, identità, comunità, tutti elementi fondamentali per la sua vitalità. Proprio per questo, a partire dal 2017, la Città ha lanciato la campagna #EnjoyRespectVenezia per sensibilizzare i visitatori e invitarli a mantenere comportamenti educati e corretti durante la loro permanenza, nel rispetto della città e dei suoi abitanti. È importante, per esempio, camminare tenendo la destra, non sostare e sedersi sui ponti, non dare da mangiare ai piccioni, osservare un comportamento consono al luogo che si sta visitando.
- Durata: circa 5 ore, inclusa la visita alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna (circa 40 minuti) e al Museo del Profumo e del Costume (circa 30 minuti)
- Lunghezza: circa 2 km
- Spostamenti: a piedi
- Periodo consigliato: qualsiasi stagione dell'anno; nei mesi autunnali - quando può verificarsi il fenomeno dell'acqua alta - in alcuni tratti del percorso previsto dall’itinerario sono allestite passerelle sopraelevate per facilitarne la percorribilità
- Accessibilità: l'itinerario non è accessibile a persone con ridotta mobilità
- Partenza: Campo San Stae
- Arrivo: Campo San Boldo
- Sestieri: Santa Croce
-
Punti di interesse:
1. Chiesa di San Stae
2. Palazzo Pesaro ora Galleria Internazionale d'Arte Moderna
3. Palazzo Mocenigo ora Museo del Costume
4. Campo e Chiesa di San Giacomo dall’Orio - Campi e aree di sosta: in questo itinerario non ci sono aree di sosta attrezzate. In Campo San Giacomo dall’Orio ci sono delle panchine dove ci si può riposare, sempre tenendo a mente che non è possibile fare pic-nic nè dar da mangiare ai colombi e si deve osservare un comportamento consono ai luoghi che si stanno visitando
- Bagni pubblici a pagamento: non si incontrano bagni pubblici a pagamento
- Fontanelle pubbliche: lungo il percorso non sono presenti fontanelle d’acqua potabile
- Cucina veneziana: Il sestiere di Santa Croce è ricco di “bàcari”, piccole osterie a carattere popolare dove vengono serviti “cichetti” che sono spuntini serviti su pane o polenta accompagnati da un'“ombra o ombretta”, cioè un buon bicchiere di vino. Altri ristoranti tipici veneziani che si possono incontrare lungo il percorso sono “l’osteria” e la “trattoria” dove si possono gustare piatti fatti con i tipici prodotti della cucina veneziana.
Ascolta il tour audio
Tappa 1: Da Campo San Stae a Ca' Pesaro
L’itinerario comincia alla fermata della linea pubblica di San Stae, che in lingua veneziana vuol dire Sant’Eustachio.
Da qui si potrà ammirare la facciata della Chiesa di San Stae che dà direttamente sul Canal Grande, unico esempio in città, con il bellissimo frontone sopra il portale d’ingresso, sovrastato da un gruppo di angeli svolazzanti con grande effetto dinamico e di leggerezza ad opera dei più abili scultori di primo ‘700. Una peculiarità di questa chiesa è che è stata realizzata interamente in un unico momento, e per questo motivo risulta assolutamente omogenea stilisticamente dal punto di vista scultoreo, architettonico e pittorico. La chiesa fu costruita per volere e su commissione del Doge Alvise Mocenigo, grazie ad un suo lascito del 1709. Alvise Mocenigo volle espressamente rimanere anonimo, infatti, non è menzionato in nessuna parte nè della facciata nè dell’interno dell’edificio. Anche in questo senso la chiesa è davvero un unicum in quanto a Venezia ci sono molte facciate finanziate da committenti privati con intento autocelebrativo.
L’interno è una galleria di opere pittoriche e scultoree di primo ‘700; si noteranno particolarmente i dipinti che adornano le pareti del presbiterio decorate dai migliori artisti del momento. Per citarne solo alcuni, si menzioneranno due capolavori eseguiti dal maestro e dall’allievo in forte consonanza stilistica, quali appunto il Martirio di San Bartolomeo, di Gian Battista Tiepolo, e il Martirio di San Giacomo, di Giovan Battista Piazzetta che fu il suo maestro. Queste due opere sono entrambe caratterizzate da un forte contrasto tra luce e ombra e da uno stile che quasi non si distingue tra i due maestri.
A fianco della chiesa si nota il piccolo edificio in stile rococò dell’antica Scoletta dei Tiraoro e Battioro, caratterizzata dalle delicate tonalità di rosa e bianco. In questo caso sarà molto utile il confronto con l’esuberante stile barocco dell’architetto Domenico Rossi, che disegnò e costruì San Stae nel 1711, ma che progettò anche la monumentale facciata della chiesa dei Gesuiti, e che fu scelto tra i 12 progetti presentati per il concorso.
Si prosegue verso Ca’ Pesaro per soffermarsi nella corte del palazzo e osservarne lo stile e la monumentalità. Al centro del cortile è collocata l’originale vera da pozzo proveniente dal cortile della Zecca di Stato, oggi sede della sala di lettura della Biblioteca Nazionale Marciana.
Sarà utile ricordare in questa occasione, prima di cominciare la visita alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna, che fu grazie al lascito della contessa Felicita Bevilacqua La Masa, agli inizi del secolo scorso, che nacquero gli Anni di Ca’ Pesaro come primo movimento di avanguardia artistica in Italia. Il palazzo, infatti, è noto per essere stato sede delle mostre di Ca’ Pesaro che nacquero come una controbiennale per reagire allo stile troppo tradizionale e accademico che connotava le prime mostre della Biennale d’Arte.
All’interno si potranno ammirare La Salomè di Gustav Klimt, il Rabbino di Chagall, un modello in gesso per il Pensatore di Rodin e molte altre opere di Mario Sironi, Gino Rossi e Arturo Martini, importanti esponenti dei cosiddetti Anni di Ca’ Pesaro. Per finire si citano lo scultore americano Alexander Calder, l’iniziatore dell’arte cinetica e Max Ernst, il surrealista che sposò Peggy Guggenheim.
Torna all'indice dell'itinerario
Tappa 2: Da Ca' Pesaro a Campo Santa Maria Mater Domini
Appena usciti da Ca’ Pesaro, verso la fine della fondamenta, si nota il Palazzo AgnusDio così chiamato per l’Agnello mistico scolpito sulla chiave di volta della porta d’acqua e connotato da bellissimi bassorilievi sulla quadrifora raffiguranti l’Annunciazione e i Simboli dei Quattro Evangelisti.
All’angolo con calle Tiozzi notiamo un interessante esempio di antica bottega di epoca gotica con le grandi finestre, anticamente usate come vetrine per esporre i manufatti direttamente all’esterno, con le sue belle travi decorate con il caratteristico motivo che ricorda le corde delle navi.
In fondo a Calle Tiozzi sarà interessante osservare dal ponte la poderosa decorazione sul fianco di Ca’ Pesaro che segue il naturale corso del Rio della Pergola ad opera di Antonio Gaspari. In questa occasione è interessante notare che la decorazione di un palazzo in genere è riservata solamente alla facciata, ma nel caso di Ca’ Pesaro non è così; infatti, esso costituisce l’unico esempio in città con una ricchissima decorazione in pietra d’Istria sul fianco, in generale lasciato in semplici mattoni rivestiti a intonaco.
Si ritorna indietro attraverso Calle del Forno alla Fondamenta Rimpeto Mocenigo per ammirare l’imponente facciata d’acqua del Palazzo omonimo che fu residenza del ramo di San Stae di questa importante famiglia della nobiltà veneziana, di antichissime origini, che donò alla Serenissima ben sette Dogi. Sarà molto suggestivo osservare la maestosità di questo palazzo di fine ‘600, soprattutto se paragonato alla piccola Fondamenta e all’edilizia minore del caratteristico Campiello dello Spezier.
Successivamente si attraverserà il Campiello dello Spezier per arrivare in Campo Santa Maria Mater Domini, oltrepassando il Ponte Cristo e Calle delle Chiesa.
In questo campo, pieno di atmosfera, il tempo sembra essersi fermato al Medioevo in quanto non solo le architetture risalgono a un periodo di tempo compreso tra il Duecento e il Trecento, ma anche la maggior parte delle botteghe sono allocate negli originali palazzi dell’epoca, come appunto l’antica tipografia, il gioielliere e l’atelier di maschere.
Dopo la visita alle botteghe artigiane ci si soffermerà in campo per osservare alcune case/fondaco e vedere come, attraverso i secoli, gli stili mutano ma la struttura della tipica casa mercantile rimane invariata. Si osserva come la facciata è tripartita con la parte centrale aperta da un’ariosa polifora che corrisponde al Portego interno, che era una sorta di show room dell’epoca, dove si esponevano le merci e si negoziava. Le parti laterali sono meno finestrate e corrispondono alle stanze per abitare. Un tempo erano anche caratterizzate dalle cosiddette torreselle, oggi ancora visibili al Fondaco dei Turchi, raggiungibile facilmente dalla Calle Larga arrivando in Campo San Giacomo dall’Orio e procedendo lungo la Fondamenta del Megio. Il piano terra era adibito a magazzino, mentre nel mezzanino erano allocati gli uffici e le piccole finestre che si vedono nel piano attico corrispondono alle abitazioni dei dipendenti e dei domestici.
In Campo possiamo vederne un esempio Duecentesco in Ca’ Zane, caratterizzato dall’originale tetto sporgente che non fu più costruito a partire dal 1291 dopo le leggi promulgate per contenere gli incendi in città. Si noti, infatti, come la facciata di Casa Zane mantiene nella parte più antica ancora il suo tetto aggettante oltre alla bella polifora, le patere e le croci veneto/bizantine duecentesche, mentre le parti ricostruite successivamente non hanno più il tetto sporgente.
Di fronte notiamo un altro esempio di casa/fondaco in stile gotico trecentesco con la medesima tripartizione visibile in facciata. In fondo al campo abbiamo una interessante casa della stessa epoca e del medesimo stile, ma con la polifora del secondo piano nobile ristrutturata in epoca rinascimentale.
Torna all'indice dell'itinerario
Tappa 3: Dal Campiello dello Spezier al laboratorio di restauro di Elisabetta Mason
Si ritorna indietro verso il Campiello dello Spezier per una breve sosta a una cicchetteria locale.
Passato il Ponte della Rioda ci si immette nella Salizada di San Stae per entrare nell’ampio atrio al piano terra del Palazzo Mocenigo, oggi ben restaurato, in quanto sede del Museo del Costume e del Profumo e da cui si può vedere la medesima porta d’acqua che è possibile osservare dalla parte opposta del rio, e ammirare i busti dei più celebri membri della famiglia Mocenigo.
Vale sicuramente la pena visitare questo Palazzo anche per assaporare l’autentica atmosfera con il mobilio d’origine.
Successivamente ci si immette in Calle del Tintor per voltare a destra in Calle del Forno per una sosta nella bottega di Elisabetta Mason, restauratrice di mobili in legno e “indoradora” cioè specializzata nella decorazione in foglia d’oro.
Dopo la visita alla bottega, vale la pena fare una piccola deviazione in fondo a calle del Forno per ammirare il portale in stile barocco veneziano che dà sul giardino e la corte di Ca’ Tron, oggi sede dell’Istituto Universitario di Architettura.
Torna all'indice dell'itinerario
Tappa 4: Campo e Chiesa di San Giacomo dall'Orio
Si comincia la quarta tappa in direzione di Campo San Giacomo dall’Orio per una meritata pausa seduti sulle panchine vicino alle aiuole e agli alberi e di fronte alle rinascimentali absidi dell’omonima Chiesa. In questo luogo si assapora un’atmosfera quieta e serena dove gli abitanti della zona si siedono spesso a leggere e a prendere il sole.
Osservando meglio le absidi della chiesa di San Giacomo dall’Orio si potrà notare l’imponente mole della Cappella del Santissimo con l’alta lanterna risalente a fine ‘500, inizi ‘600.
La visita alla chiesa sarà un’esperienza indimenticabile per la ricchezza e la varietà delle stratificazioni storiche al suo interno, nonché per i numerosi capolavori che vi si celano e che vanno meglio apprezzati e compresi con l’aiuto di una guida esperta, per la profondità dei loro significati e il loro alto valore storico-artistico.
È tra le chiese più antiche di Venezia, con una struttura e impianto spaziale risalenti al Duecento. Si noti che le colonne della navata sono ancora quelle originali.
Si rimarrà affascinati dal rarissimo soffitto ligneo trecentesco a carena di nave e dalla regina delle colonne in città, realizzata in marmo verde antico proveniente dall’antico Tempio di Salomone a Gerusalemme e portata a Venezia come bottino di guerra all’epoca della quarta crociata. Fu ammirata e descritta anche dal poeta italiano Gabriele D’Annunzio all’inizio del ‘900. Tra le spogliazioni veneziane dell’epoca vi è anche una fonte battesimale risalente al settimo secolo e proveniente da Antiochia.
Tra le opere pittoriche più notevoli abbiamo la Pala di San Lorenzo di Paolo Veneziano, sull’altare maggiore una rara opera di Lorenzo Lotto datata 1546, una Croce dipinta da Paolo Veneziano datata 1324, due splendide Croci Cosmiche di fine ‘500 e una Madonna bizantina del ‘200. Vale la pena infine entrare nella Sacrestia Nuova, decorata da un eccezionale ciclo di Jacopo Palma il Giovane e dedicato al tema dell’Eucarestia e delle sue origini risalenti alla Pasqua Ebraica.
Torna all'indice dell'itinerario
Tappa 5: Da Campo San Giacomo dall'Orio a Campo San Boldo
Uscendo dalla chiesa di San Giacomo dell’Orio si può notare la facciata d’acqua verso il rio, per poi girare intorno all’edificio e osservare che, sulla parte opposta, la chiesa è dotata di un’altra facciata verso il campo.
Le doppie facciate, di terra e d’acqua, sono una costante nell’architettura veneziana, sia per quanto concerne l’edilizia civile, sia per quella religiosa, in quanto è caratterizzata da una duplice viabilità.
Esattamente di fronte alla facciata di terra della chiesa sorge l’antico Teatro Anatomico di epoca cinquecentesca, oggi riconvertito in abitazioni.
Si prosegue verso Calle del Tintor per voltare a sinistra lungo la breve Fondamenta del Parrucchetta e arrivare su Ponte San Boldo, che in veneziano vuol dire Sant’Ubaldo, dal nome della chiesa annessa a un antico ospizio per povere donne fondato nel ‘300. Dopo la soppressione e la demolizione della chiesa e dell’ospizio di San Boldo, i resti dell’antico campanile furono inglobati nel palazzo Grimani, edificato sul terreno della chiesa e oggi adibito a residenza.
Questo è un luogo pieno di fascino e di mistero dove furono girate alcune delle scene più drammatiche del film Morte a Venezia che il regista Luchino Visconti trasse dal celebre romanzo di Thomas Mann, in una Venezia duramente colpita da un’epidemia di colera.
Si consiglia di passare dietro il campanile per osservare la facciata d’acqua di Palazzo Grimani dalla visuale che si ha dal Ponte Storto.
Torna all'indice dell'itinerario