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Per San Marco e Rialto dall’Accademia

Il Ponte dell’Accademia, in legno ad arcata unica, venne costruito nel 1934 su progetto di Eugenio Miozzi per sostituire il vecchio ponte in ferro realizzato nel 1854 da Neville, e segna il confine tra il Sestiere di San Marco e il Sestiere di Dorsoduro. Dalla cima del ponte si gode di una splendida vista in direzione del Bacino di San Marco. Lungo le due rive del Canal Grande si notano imponenti architetture dei Palazzi: Franchetti-Cavalli e Barbaro-Curtis sulla riva sinistra, Contarini dal Zaffo e Balbi-Valier sulla riva destra. Verso la fine del canale si scorge il Palazzo Venier dei Leoni, oggi sede della Fondazione Peggy Guggenheim, e l’imponente mole della chiesa di Santa Maria della Salute.
Il Ponte dell’Accademia fu il secondo ponte a essere costruito sul Canal Grande dopo Rialto. La prima struttura era stata realizzata in ferro nel 1854 da Neville e in seguito al deperimento dell’opera e all’altezza che ostacolava il traffico d’imbarcazioni, venne indetto un concorso per l’edificazione di un nuovo ponte in pietra. Il progetto vincitore del 1933 di Torres e Briazza non fu mai realizzato e al suo posto Eugenio Miozzi costruì in soli 37 giorni un ponte provvisorio in legno. Nel 1986 si è dovuti procedere alla totale sostituzione degli elementi in legno, con l'inserimento di archi metallici in grado di reggere meglio la struttura. Nel 2009 il Comune di Venezia ha pubblicato un bando di gara per un progetto di ricostruzione del ponte.
Scendendo il ponte e oltrepassata la Chiesa di San Vidal, si prosegue lasciando a destra Palazzo Cavalli Franchetti, ora sede dell'Istituto Veneto, ristrutturato nel corso dell'Ottocento. Ci si immette così in Campo Santo Stefano, uno dei più grandi della città.


La Chiesa di San Vidal di origine molto antica, forse sec. XI-XII, venne ricostruita nel 1700 da Antonio Gaspari e poi ultimata nel 1734-37 dall'architetto Andrea Tirali, autore della facciata. Questa, intesa come monumento celebrativo del doge Francesco Morosini, fu invece realizzata secondo schemi palladiani. All’interno notevole il San Vitale a cavallo e santi di Vittore Carpaccio del 1514. La chiesa ospita concerti di musica classica veneziana.
Orari: 09.30 – 19.00
Ingresso alla chiesa: gratuito


Palazzo Cavalli Franchetti risale alla metà del Quattrocento. Venne ristrutturato nel corso dell'Ottocento da Camillo Boito che progettò anche lo scalone monumentale. Oggi è sede dell’Istituto Veneto e di importanti mostre.
Palazzo Cavalli Franchetti
Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti
Campo S. Stefano, 2945


Da qui, attraversando il Ponte del Frutarol a sinistra, si raggiunge attraverso una serie di callette il Campo San Samuele: nella zona attigua visse e morì nel 1588 il pittore Paolo Veronese, e il 2 aprile 1725 nacque Giacomo Casanova. Situato in Campo San Samuele e affacciato sul Canal Grande, Palazzo Grassi, opera settecentesca di Giorgio Massari, è oggi centro di cultura e sede espositiva.


Palazzo Grassi è uno fra i più conosciuti palazzi di Venezia. Il progetto della sua struttura è attribuito all'architetto Giorgio Massari impegnato all'epoca anche all'ultimazione di Ca’ Rezzonico. È l'ultimo palazzo che Venezia ha costruito prima del crollo della Repubblica. Il palazzo sorge su di un appezzamento di terra di forma trapezoidale, acquistato dalla famiglia Grassi intorno al 1740. La particolare forma del luogo di costruzione aveva il vantaggio di offrire un'ampia facciata sul canale. Si suppone che la costruzione sia stata iniziata nel 1748, grazie a un documento che segnala dei lavori di scavo per la preparazione di fondazioni nella zona. Si pensa anche che i lavori di ultimazione del palazzo risalgano al 1772, anno della morte di Paolo Grassi, e dunque quasi contemporanea alla seconda fase di lavori del Ca' Rezzonico. Lo scalone d'onore fu decorato con affreschi di Michelangelo Morlaiter e Francesco Zanchi. Palazzo Grassi presenta grandi mostre temporanee di cui alcune si basano in tutto o in parte sulle risorse della collezione di François Pinault.
Entrata: Intero 15 €, ridotto 10 €


Campo Santo Stefano è caratterizzato da una struttura urbanistica articolata che si snoda dal ponte dell’Accademia alla chiesa omonima sul fondo. Al centro si erge la statua del letterato e filosofo Niccolò Tommaseo del 1882. Importanti architetture civili circondano il campo, tra le più notevoli: palazzo Pisani (iniziato nei primi anni del XVII secolo, ristrutturato nel 1728 da Girolamo Frigimelica per la ricca famiglia Pisani, oggi sede del Conservatorio di Musica Benedetto Marcello), palazzo Mocenigo e palazzo Loredan, che fu sede dell'esercito austriaco, e che oggi ospita l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti. Sul fondo del campo, la chiesa gotica di Santo Stefano.


La Chiesa di Santo Stefano, costruita nel 1294 dagli Eremitani Agostiniani, venne in seguito rimaneggiata nel corso del XV secolo, quando acquisì le forme attuali. La struttura è in bugnato a vista, con tripartitura a lesene e in alto una serie di archetti a tutto sesto. La decorazione scultorea della facciata viene attribuita alla bottega di Bartolomeo Bon, e fu quindi probabilmente realizzata tra il 1438 e il 1442. Al suo interno presenta uno straordinario soffitto ligneo a carena di nave con ricche decorazioni a rosettoni, e nella sacrestia un interessante nucleo di dipinti e sculture di scuola veneziana, tra cui alcune tele di Jacopo Tintoretto.
Orari: 10.00 – 16.45
Ingresso alla chiesa: gratuito
Sacrestia: €3 (o Circuito Chorus Pass a 16 chiese € 9)


Dando le spalle al monumento a Niccolò Tommaseo, si imbocca la Calle del Spezier e si arriva in Campo san Maurizio, attorniato dai grandi palazzi Zaguri, Bellavite e Molin. La chiesa presenta un’elegante facciata neoclassica, rifatta dal Selva a fine Settecento. A sinistra al nr. 2762 l’ex Scuola degli Albanesi, con un interessante bassorilievo che rappresenta il Sultano Maometto e il castello di Scutari assediato. Da non perdere, nel campiello retrostante, l’impressionante visione della base del campanile di Santo Stefano particolarmente inclinato. Il campanile risale alla prima metà del Quattrocento, venne colpito da un fulmine nel 1545, e nel 1902 a seguito del crollo del campanile di San Marco lo si voleva demolire ma prevalse il progetto di intervento di consolidamento.

Procedendo in direzione San Marco si giunge in campo Santa Maria del Giglio: sulla sinistra l'omonima chiesa, detta anche Santa Maria Zobenigo.


La Chiesa di Santa Maria del Giglio o Santa Maria Zobenigo, dal nome della famiglia Jubanico che la fondò nel sec. X, fu ristrutturata più volte. Quella odierna è il rifacimento seicentesco di Giuseppe Sardi. Sculture di Just le Court. Finanziata dalla famiglia Barbaro, i membri più insigni della famiglia vollero essere rappresentati in facciata in maniera imponente insieme alle vedute planimetriche delle città e isole in cui essi svolsero incarichi politici e militari. Al suo interno opere di Tintoretto, Salviati, Loth, Piazzetta, Schiavone, Zanchi, Palma il Giovane e una Madonna col bambino e San Giovannino di Rubens.
Orari: 10.00 – 16.45
Ingresso alla chiesa: €3 (o Circuito Chorus Pass a 16 chiese € 9)


Sulla parte del Campo che prospetta il Canal Grande ogni anno, il 21 di novembre, viene posto un ponte votivo sul canale che permette l'accesso dei pellegrini alla Chiesa della Madonna della Salute.

Si prosegue ancora in direzione San Marco, e qui si apre Calle Larga XXII Marzo (data che si riferisce alla cacciata degli Austriaci nel 1848), creata nell’Ottocento interrando un canale.
A circa metà via sulla sinistra si apre Calle de la Veste, che conduce a Campo San Fantin. Qui si trova il Teatro la Fenice.

Il Teatro La Fenice venne costruito nel 1790-92 su progetto di Antonio Selva. Nel 1836 fu quasi completamente distrutto da un incendio doloso, e fu quindi ricostruito da Tommaso e G. B. Meduna. Nel 1996 il teatro fu nuovamente distrutto da un grave incendio e completamente ricostruito, eccezion fatta per la facciata neoclassica con pronao e quattro colonne corinzie, preceduta da un'ampia gradinata.
Per informazioni sulla programmazione www.teatrolafenice.it

Vicino al teatro si trova la Scuola di San Fantin, detta dei Picai in quanto i confratelli accompagnavano al supplizio i condannati a morte. Dal 1812 l'edificio è sede dell'Ateneo Veneto, accademia scientifico-letteraria fondata da Napoleone.

Ritornando in Calle Larga XXII Marzo si procede ancora in direzione San Marco, oltrepassato il ponte ci si trova di fronte ad una curiosa commistione di architetture: l’altisonante barocco della Chiesa di San Moisé, la moderna facciata dell’Hotel Bauer (1946) e l’architettura Veneto-Bizantina del campanile trecentesco.


La Chiesa di San Moisè, di origine antichissima, fu fondata secondo la tradizione nel sec. VIII e dedicata al profeta Mosè. Più volte rimaneggiata, la facciata fu rifatta nel 1668 dal Tremignon e ornata con statue del Meyring, in cui si celebra secondo la tradizione barocca la famiglia committente dei Fini.
Orari: Lunedì a Sabato: 09.00 – 12.30 e 15.30 – 19.30 Domenica: 15.30 – 19.30
Ingresso gratuito


Procedendo nella stessa direzione, si giunge in Piazza San Marco.

Piazza San Marco
L’area Marciana è la zona più famosa di Venezia, ed è qui che si trova la famosa Piazza San Marco. Questa zona della città appartiene al sestiere omonimo, il sestiere di San Marco. Nella storia plurisecolare della Serenissima, i primi insediamenti urbani in questa zona, finora documentati, si formarono nei primi anni del secolo IX quando il governo veneziano spostò la sua sede da Malamocco (nell’isola del Lido) alle più sicure Isole Realtine costruendo un castrum nel luogo dove oggi si trova il Palazzo Ducale.
Piazza San Marco era considerata il centro politico, sociale e religioso della Dominante, il luogo più importante e quindi l’unico ad avere il diritto e il privilegio di chiamarsi piazza, mentre tutti gli altri spazi aperti della città si chiamano ancora oggi campi o campielli.
La Piazza propriamente detta si trova di fronte alla facciata della Basilica di San Marco, ed è racchiusa tra le Procuratie Vecchie e Nuove nei lati lunghi, mentre il lato corto, a occidente, è chiuso dall’Ala napoleonica.
L’attuale chiesa di San Marco venne costruita nel sec XI, ed è l’edificio più antico della città. Famosa per i suoi marmi e per i suoi mosaici, deve la sua struttura alle chiese imperiali di Costantinopoli. All’interno riposa il corpo di San Marco che, si dice, venne trafugato da Alessandria d’Egitto nel sec IX da due pellegrini veneziani.  
Lo spazio circoscritto tra la facciata della Biblioteca Marciana e il lato ovest di Palazzo Ducale è la cosiddetta Piazzetta San Marco dove, verso il molo si ergono le due Colonne di Marco e Todaro: nella prima, in cima, si trova il leone alato simbolo di San Marco protettore della città, mentre la parte superiore dell’altra colonna è occupata da san Teodoro - Todaro in dialetto veneziano - santo guerriero bizantino e primo santo patrono di Venezia.   

Il prospetto del molo è dominato dal Palazzo Ducale, il più importante edificio civile, costruito tra il secolo XIV e XV. Qui si trovava il cuore politico della Repubblica di San Marco. Sede legislativa e giudiziaria dello stato, era anche residenza del doge, il quale dopo l’elezione si trasferiva in questo luogo fino alla fine dei suoi giorni. Gli interni sono fastosamente decorati dai maggiori pittori veneziani del secondo Cinquecento: Tiziano, Tintoretto, Veronese, solo per nominare i più famosi. All’interno notevole la Sala del Maggior Consiglio, una delle ampie sale d’Europa.

Dal molo, dirigendo lo sguardo a oriente, si incontra il Ponte della Paglia. Giunti in cima al ponte, si nota nell’altra sponda la bianca mole in pietra d’Istria delle Prigioni Nuove (costruite alla fine del sec XVI). Tra queste e il Palazzo Ducale il famoso Ponte dei Sospiri unisce i due edifici.

La leggenda vuole che i prigionieri, una volta condannati dal tribunale, sito in Palazzo Ducale, dovevano attraversare il ponte per raggiungere le Prigioni Nuove, e nell’attraversarlo sospiravano di nostalgia per la perduta libertà prima di essere rinchiusi in cella. Ecco allora che da questi “sospiri”, deriva appunto anche il nome del famoso ponte.

Dal Ponte della Paglia si ritorna indietro e giunti nuovamente in Piazzetta ecco svettare la possente struttura del Campanile di San Marco, una sorta di cerniera tra la Piazza e la Piazzetta. Ricostruito più volte - la struttura cinquecentesca crollò nel 1902 - l’odierno campanile è una copia inaugurata nel 1912. Tre secoli prima del crollo, nel 1609, Galileo Galilei, dalla cella campanaria, per la prima volta, usò il suo telescopio. Il famoso astronomo insegnò dal 1592 al 1610 all’Università di Padova, all’epoca una delle più importanti d’Europa.

La Torre dell’Orologio, è un’elegante opera rinascimentale ideata tra il 1496-1499. Il quadrante, smaltato di blu punteggiato di stelle dorate e circondato dai segni dello zodiaco vuole rappresentare l’universo secondo le teorie geocentriche di Tolomeo. Questo straordinario orologio indica l’ora, il mese astrologico e la fase lunare. Due finestrelle azzurre, sopra il quadrante, dal 1800 indicano, rispettivamente, quella di sinistra con i numeri romani le ore, e quella di destra con i numeri arabi, i minuti 5 alla volta. Le due statue bronzee che si ergono in cima alla torre, i cosiddetti Mori, battono ad ogni passaggio d’ora, alternativamente, con un martello la campana.

Passando sotto la Torre dell’Orologio si imboccano le Mercerie, antica via che un tempo collegava il centro politico-religioso a quello mercantile-finanziario: occupata sin dalle origini da botteghe di artigiani e commercianti, mantiene tuttora l’antica destinazione commerciale da cui trae origine il suo nome. Le Mercerie si suddividono in cinque tratti: Merceria dell’Orologio, di San Zulian, del Capitello, di San Salvador e 2 Aprile. Erano state pavimentate sin dal XIII secolo e ciò significa che fu l’asse su cui si delineò la Venezia bizantina del X secolo.  
 
In alternativa è possibile imboccare la Calle dei Fabbri o passare per il Bacino Orseolo arrivando così in Campo San Luca, punto di convergenza dei percorsi che portano dalla Piazza a Rialto e da Rialto al Ponte dell’Accademia attraverso i campi Manin, Sant’Angelo e Santo Stefano: gran parte degli edifici che lo attorniano sono ottocenteschi mentre la sede della Cassa di Risparmio di Venezia subì un ampio rifacimento diretto da Pierluigi Nervi e Angelo Scattolin nel 1968.


Il Bacino Orseolo è uno slargo d'acqua situato dietro Piazza San Marco, una piccola sacca lagunare a forma di mezzaluna, posizionata esattamente dietro la fabbrica rettangolare delle Procuratie Vecchie  aperta nel 1863 durante una serie di ristrutturazioni urbanistiche che interessarono la città, con il preciso scopo di creare un approdo per gondole nelle vicinanze del cuore storico cittadino. Per raggiungere tale obiettivo, si procedette allo sventramento della zona e alla demolizione di molte delle costruzioni preesistenti. Scomparvero, oltre a diversi edifici non particolarmente pregevoli, lo storico albergo Cavalletto, riedificato in posizione e forme adattate al nuovo assetto. L'amministrazione comunale lo volle intitolare al doge Pietro Orseolo che aveva fondato un ospizio in Piazza San Marco, qui trasferito nel 1581 e più tardi soppresso.


Dietro Campo San Luca si trova la corte che attraverso una stretta calle vi porta lungo la riva del Canal Grande. Questo Campiello si trova a fianco del Teatro Goldoni, fondato nel XVI secolo per volere della famiglia Vendramin e ricostruito nel XX secolo.

Arrivati in Campo San Salvador, si trova la Scuola di San Teodoro e la monumentale Chiesa di San Salvador sulla sinistra.


La Chiesa di San Salvador è per fondazione una delle più antiche di Venezia, venne riedificata più volte prima della grande ricostruzione del 1500. Dapprima affidata a Giorgio Spavento, questi venne subito dopo sostituito da Pietro Lombardo e il figlio Tullio. L’edificio venne completato nel 1530 e la facciata del Sardi è posteriore (1660-66). Al suo interno, spiccano i grandi monumenti funerari, tra cui quello alla memoria di Caterina Cornaro regina di Cipro, e la splendida pala d’altare con l’Annunciazione del Tiziano e la Trasfigurazione sull’altare maggiore.
Orari: Lunedì a Sabato: 09.00 – 12.30 e 15.30 – 19.30 Domenica: 15.30 – 19.30
Ingresso gratuito


Proseguendo a destra attraverso la Marzaria 2 Aprile si arriva in Campo San Bartolomeo, dall’omonima chiesa.


La Chiesa di San Bartolomeo, edificata nel 1170, venne più volte ristrutturata. Gli ultimi restauri risalgono al 1723. E’ stata per lungo tempo utilizzata dalla comunità tedesca che qui aveva una propria cappella. Al suo interno si trovavano le tele di Sebastiano del Piombo (oggi alle Gallerie dell’Accademia) che decoravano le portelle dell’organo, nonché la Madonna del Rosario del Dürer trasferita a Praga per volere dell’Imperatore Rodolfo II d’Asburgo.
Orari per la visita: martedì, giovedì e sabato dalle 10.00 alle 12.00.
Ingresso gratuito


Il campo fu ampliato abbattendo alcune case nel 1858 e nel 1883 si inaugurò la statua del Goldoni che campeggia al centro dello stesso. Notevole è la facciata di Palazzo Moro che risale al 1300. Sul lato ovest del campo, il Ponte di Rialto.


Il Ponte di Rialto, fino al XIX sec. era l’unico ponte a unire le due sponde del Canal Grande. Un primo ponte su barche fu costruito nel 1172, poi sostituito da uno in legno fra il 1200 e il 1260. Dopo l’ennesimo crollo, nel 1524 si decise per un ponte in pietra, e la Repubblica emise un bando di gara. Vi parteciparono Palladio, Vignola, Sansovino, Scamozzi e Michelangelo. Ma a causa di mancanza di fondi il progetto slittò fino al 1588. Curiosamente fu commissionato a un architetto di nome Antonio Da Ponte.


Proseguendo verso il fondo del campo, sulla sinistra si trova il Fontego dei Tedeschi.


Il Fontego dei Tedeschi, ricostruito a spese dello stato veneziano in seguito ad un grave incendio nel 1505, era utilizzato come emporio e abitazioni dai mercanti tedeschi a Venezia per affari. Divenne famoso per le decorazioni ad affresco. La facciata sul Canal Grande fu eseguita dal Giorgione, quella sulla calle dal Tiziano. Oggi ne rimangano solo due frammenti conservati, uno all’Accademia, l’altro alla Cà d’Oro. Al suo interno si trova un’interessante vera da pozzo e l’antica pavimentazione in cotto a spina di pesce. Fino a poco tempo fa era sede delle Poste Centrali.
Ingresso gratuito

 

 


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