Tu sei qui
Cannaregio
Questo itinerario vi porterà alla scoperta del sestiere di Cannaregio, uno dei più vasti e popolati della città, dalla caratteristica configurazione a interminabili rii paralleli costeggiati da ampie fondamente congiunte da ponti e strette calli. Potete decidere di seguire l’itinerario principale che vi condurrà ai luoghi più famosi di Cannaregio oppure allungarlo seguendo alcune varianti che comunque puntualmente vi riporteranno al percorso principale ed alla nostra mèta, Rialto.
Il nostro punto di partenza è la Stazione Ferroviaria di Venezia-Santa Lucia. Se ne è parlato molto, nel bene e nel male: se vi incuriosisce, prima di iniziare il percorso, andate a vedere l’ormai celebre quarto ponte del Canal Grande, il Ponte della Costituzione (2009), progettato dall’architetto Santiago Calatrava, una modernissima struttura che collega la Stazione a Piazzale Roma. Dalla sommità del ponte si gode di una vista che, come il ponte, è una vera novità.
Tornati alla Stazione dirigetevi lungo la fondamenta degli Scalzi dove si erge la Chiesa di Santa Maria di Nazareth, detta appunto degli Scalzi, grandioso edificio barocco il cui soffitto decorato da Giambattista Tiepolo fu distrutto da una bomba austriaca nel 1915. All’interno la chiesa conserva altri affreschi del Tiepolo, un maestoso altare e la tomba dell'ultimo doge di Venezia, Ludovico Manin.
Inoltratevi lungo la Lista di Spagna (così si denominava anticamente il tratto di strada prospiciente un’ambasciata entro cui valeva l’immunità diplomatica) fino a campo San Geremia, dove si trova l'omonima chiesa, dove nel 1860, in conseguenza della distruzione della chiesa di S. Lucia sul cui sito fu costruita la stazione ferroviaria, vennero traslate le spoglie di Santa Lucia, santa di Siracusa, molto amata e venerata dai Veneziani. Sul campo prospetta l’imponente facciata settecentesca di palazzo Labia, dimora di una ricchissima famiglia di origine catalana associata al patriziato veneto nel XVII secolo. L’interno conserva un famoso ciclo di affreschi di Giambattista Tiepolo che illustrano episodi tratti dalle storie di Antonio e Cleopatra.
Proseguite verso il ponte delle Guglie, cosiddetto dai quattro obelischi che lo decorano, che attraversa il Canale di Cannaregio, arteria fondamentale della città e, in quanto tale, insieme al Canal Grande e al Canale della Giudecca, detto appunto canale e non, come di norma succede per le altre vie d’acqua, semplicemente rio.
Se volete procedere nel percorso principale, varcate il ponte e svoltate a sinistra lungo la fondamenta di Cannaregio fino ad un sottoportico sulla vostra destra segnalato da un cartello giallo in ebraico che immette al Ghetto.
Prima variante
Non attraversate il ponte delle Guglie, ma svoltate immediatamente a sinistra lungo la fondamenta Venier. Se avete tempo potete visitare il vasto giardino - oggi pubblico - un tempo annesso al palazzo Priuli-Manfrin già Venier, famoso per le essenze e le piante rare.
Arrivate fino al ponte dei Tre Archi, unico esempio a tre arcate della città. In asse con il ponte si trova campo San Giobbe con l’omonima chiesa in stile gotico e ulteriormente rimaneggiata in stile rinascimentale, con un elegante portale e un presbiterio di grande bellezza. All’interno segnaliamo la splendida cappella Martini, penultima sul lato sinistro con lo stupendo soffitto rivestito di terracotta invetriata policroma, unico esempio a Venezia dell’arte dei Della Robbia.
Proseguendo lungo l’ultimo tratto della fondamenta che giunge alla Laguna nord, su cui si affacciano piccoli ristorantini, attraversando un’area che un tempo ospitava numerose attività produttive ricordate dai nomi delle calli, si giunge all’edificio neoclassico dell’ex Macello Comunale, oggi sede della Facoltà di Economia dell'Università Ca’ Foscari. L’insediamento dell’università ha contribuito notevolmente alla rivitalizzazione di questa zona un tempo periferica.
Ritornate al ponte dei Tre Archi, attraversatelo e a questo punto potete decidere di inoltrarvi ulteriormente in una delle aree meno conosciute della città o svoltare a destra lungo la Fondamenta di Cannaregio, per riprendere il percorso principale.
Se decidete di ritornare al percorso principale scendete a destra lungo la fondamenta di Cannaregio dove prospettano il seicentesco palazzo Surian che fu adibito ad ambasciata di Francia ed ospitò Montaigne e il suo segretario Jean Jacques Rousseau e il cinquecentesco palazzo Nani, fino ad arrivare ad un sottoportico sulla vostra sinistra segnalato da un cartello giallo in ebraico da cui si accede al Ghetto Vecchio.
Se invece optate per un prolungamento della prima variante, dopo aver attraversato il ponte dei Tre Archi svoltate a sinistra ed arrivate fino al N. 923 del cinquecentesco palazzo Roma e subito dopo a destra imboccate il sottoportico e corte Feraù. Proseguite dritti per la calle Feraù, svoltate a destra in Calle del Corner quindi a sinistra in Fondamenta delle Case Nove. L’ampia area che si sviluppa sulla sinistra fino alla laguna nord, detta sacca di San Girolamo, fu imbonita all’inizio del ‘900 per edificare uno dei primi complessi di edilizia popolare sorti tra le due guerre.
Arrivati al ponte Moro, varcatelo e proseguite lungo la fondamenta Moro o Coletti. La fondamenta Moro si innesta nella fondamenta delle Cappuccine, dall’omonimo complesso conventuale seicentesco di cui resta solo la chiesa con facciata in mattoni. Più avanti si erge il palazzo Grimani, della fine del ‘500. Proseguendo lungo la fondamenta, oltre il ponte delle Torrette, svoltate a sinistra in calle Turlona, varcate l’omonimo ponte e girate a sinistra lungo fondamenta della Sensa, girate quindi a destra in calle dei Riformati e superato il ponte San Bonaventura, arrivate sulla fondamenta dei Riformati, l’ultima delle tre parallele che caratterizzano il versante settentrionale di Cannaregio. Proseguite a destra fino a campo Sant'Alvise dove si erge la chiesa dedicata a San Luigi di Tolosa, in veneziano Alvise. Eretta nel XIV secolo, la chiesa fu poi rimaneggiata e restaurata. All’interno ospita un ciclo di opere di Giambattista Tiepolo. Varcato a destra il ponte di Sant'Alvise scendete lungo calle del Capitello che riconduce alla fondamenta della Sensa, varcate il ponte della Malvasia e proseguite per la calle omonima fino alla fondamenta degli Ormesini che è la prosecuzione delle fondamenta Moro e Cappuccine. Girate a destra per il ponte in ferro del Ghetto Nuovo. Attraversate il Ghetto Nuovo e il Ghetto Vecchio per arrivare al Canale di Cannaregio. Avete così ripreso il percorso principale.
Percorso principale
Il quartiere ebraico fu istituito dalla Signoria nel 1516. La parola Ghetto deriva dalle fonderie di metalli (geti) che anticamente occupavano la zona. Chiuse le fonderie, la zona venne concessa alla comunità ebraica cui prima era stata negata la possibilità di residenza permanente in città. Nonostante il nome, il nucleo originario più antico dell’insediamento è il Ghetto Novo dove si installarono ebrei di origine tedesca, francese e italiana. Con l’arrivo di altri ebrei, i sefarditi, venne annesso il Ghetto Vecchio, situato sull’isola adiacente, dove un tempo c’erano le fonderie più antiche. In Ghetto Vecchio, nel Campiello delle Scuole si levano le due Sinagoghe (dette schole) Levantina e la Spagnola o Ponentina della seconda metà del XVI secolo, tuttora in uso, mentre in Campo del Ghetto Nuovo sorgono le più antiche, la Schola Grande di rito tedesco, la Schola Canton e la Scuola Italiana, oggi facenti parte del Museo Ebraico.
Passato il ponte del Ghetto Novo girate a destra e costeggiate le fondamenta degli Ormesini e della Misericordia, dai rispettivi rii. Svoltando a sinistra in calle Larga vi trasferite al parallelo rio della Sensa dove si apre il campo dei Mori, noto per le tre statue che rappresenterebbero i tre fratelli Rioba, Sandi e Afani, mercanti giunti a Venezia nel 1112 dalla Morea, l’antica denominazione del Peloponneso. Da qui plausibilmente originerebbe dunque la denominazione ‘dei Mori’ anche se, secondo un’altra ipotesi, si dovrebbe alla presenza di un antico fondaco di mercanti arabi. Un po’ discosta, si nota una quarta misteriosa statua che, secondo la tradizione, rappresenterebbe un loro servo. Questa statua si trova all’angolo di un palazzetto gotico, la casa di Jacopo Tintoretto, dove il Maestro morì nel 1594.
Da campo dei Mori, varcato il rio, arrivate nel campo dove si erge la chiesa della Madonna dell’Orto la cui facciata è il più completo esempio superstite di gotico veneziano del primo Quattrocento. Al suo interno, fra le altre eminenti opere, si conservano enormi tele del Tintoretto, che qui è sepolto nella cappella absidale destra.
Proseguendo lungo la fondamenta Contarini, al di là del rio si nota la gotica ‘casa del Cammello’, così chiamata per via del curioso bassorilievo di un uomo che conduce un cammello presente in facciata, ovvero palazzo Mastelli, proprietà dei tre sunnominati fratelli giunti dalla Morea che a Venezia adottarono il nome Mastelli (pare dai catini di denari che possedevano).
Giunti alla Sacca della Misericordia, dove un tempo si conservava il legname che per fluitazione scendeva a Venezia dalla regione del Cadore, e che ora si presenta come una grande marina, rientrate verso il rio della Sensa, lungo la fondamenta dell’Abbazia fino al campo dell’Abbazia della Misericordia, uno degli angoli più affascinanti della città. Sul campo si erge la deliziosa facciata di tardo stile gotico-fiorito della Scuola Vecchia della Misericordia (una delle confraternite laiche di assistenza e devozione) e quella seicentesca della chiesa di Santa Maria in Valverde. Al di là del rio, si nota l'imponente, e incompiuta, Scuola Nuova della Misericordia, iniziata su progetto di Jacopo Sansovino come nuova sede della confraternita.
Varcate il ponte e procedete a fianco della Scuola, svoltate a sinistra verso la fondamenta di San Felice dove si nota un rarissimo esempio superstite di ponte senza parapetti, come anticamente si usava. Per seguire l’itinerario principale, proseguite lungo la fondamenta di San Felice fino all’innesto con la Strada Nova. Qui svoltate a sinistra, varcate il ponte di San Felice e proseguite fino a calle della Ca’ d’Oro alla vostra destra.
Seconda variante
Attraversare il rio e prendere il Sotoportego dei Preti, svoltando poi a sinistra in calle Racchetta, e arrivate alla fondamenta di Santa Caterina, dall’omonima chiesa, e alla fondamenta Zen, dal palazzo dell’antica famiglia di cui fecero parte due celebri navigatori, Niccolò e Antonio. Siete così giunti in campo dei Gesuiti, dove si leva l’omonima chiesa, un’imponente e ricchissima costruzione barocca decorata all’interno con una finta tappezzeria, stucchi, statue, intarsi marmorei e dorature e che conserva anche opere della precedente chiesa cinquecentesca di proprietà dell’ordine dei Crociferi quali il famoso Martirio di San Lorenzo di Tiziano e una Vergine Assunta di Tintoretto. Di fronte alla chiesa sussistono l’Ospedale e Oratorio dei Crociferi, uno tra i tanti gioielli segreti della città con uno dei migliori cicli di tele di Jacopo Palma il Giovane.
Dalla chiesa dei Gesuiti avete due possibilità per riprendere il percorso principale:
1. riattraversate il campo, superate il ponte e inoltratevi tra calli e rii terà (i canali interrati) fino al campo SS Apostoli dove a destra si apre la Strada Nova. Girate a destra, superate campo Santa Sofia, e girate a sinistra in calle della Ca’ d’Oro. Siete rientrati nell’itinerario principale.
2. superate il ponte, svoltate alla sinistra del bel palazzo Sceriman per calle Venier fino al campiello della Pietà, girate a sinistra in calle della Pietà, calle larga dei Boteri, dove al n. 5113 si trova l’ingresso posteriore di quella che fu la casa di Tiziano per molti anni e dove il pittore morì nel 1576, poi girate per calle Croci, e raggiungete le Fondamente Nove.
Questa ampia riva viene così chiamata perché costruita solo alla fine del 500. Costituisce il limite nord della città. Lungo le Fondamente Nòve sorge il bellissimo palazzo Donà, fatto costruire dal doge Leonardo Donà all’inizio del XVII sec. Dalle Fondamenta Nove si gode la bellissima vista sull’isola di San Michele, il cimitero dei veneziani, e sull’isola di Murano, famosa nel mondo intero per la produzione del vetro.
Poi girate a destra lungo calle del Fumo fino al campiello Widmann e alla calle Widmann. Superate il ponte e dopo aver attraversato il campo alla Vostra destra troverete la chiesa di San Canciano. Di antichissima fondazione, l’edificio attuale risale al ‘500 mentre l’interno fu rimaneggiato nel ‘700 da Giorgio Massari. Varcate il ponte (toccate il gancio di ferro appeso al muro sulla vostra destra. Non si sa mai…porta fortuna!) e proseguite per il campiello della Casona, attraverso il campo dei SS Apostoli, e poi lungo la Strada Nova, fino alla calle della Ca’ d’Oro dove avete ripreso il percorso principale.
Ca’ d’Oro, uno degli edifici più monumentali della città, con magnifica facciata sul Canal Grande. Fu costruita in forme gotiche nella prima metà del '400 per Marino Contarini. Nel corso dei secoli subì diversi rimaneggiamenti di cui il più importante fu nel diciannovesimo secolo. Alla fine dell’800 fu acquistata da Giorgio Franchetti che alla sua morte la donò allo stato insieme alla splendida collezione che ancora si trova al suo interno. Tra le opere conservate sono da ricordare la tela di Andrea Mantegna raffigurante San Sebastiano e due vedute di Venezia di Francesco Guardi, fra le poche rimaste ancora in città di questo artista.
Ritornate verso la Strada Nova, l’arteria aperta per collegare la stazione ferroviaria a Rialto, girate a destra e arrivati a campo Santa Sofia alla cui destra si erge palazzo Sagredo, dimora del migliore amico a Venezia di Galileo, date un’occhiata al traghetto di Santa Sofia che i residenti di Cannaregio utilizzano regolarmente per recarsi al mercato di Rialto la mattina. Arrivati a campo SS. Apostoli girate a destra. Al di là del ponte si nota la facciata di palazzo Falier, secondo la tradizione la dimora del Doge Marin Faliero decapitato nel 1355.
Varcate il ponte e svoltate a sinistra e subito dopo a destra fino a campiello Corner, svoltate a sinistra in salizzada di San Canciano (con salizzada si denominarono le prime calli selciate).
Proseguite fino a campo Santa Maria Nova, girate a destra e varcate il ponte sul rio dei Miracoli. Da qui guardatevi intorno e ammirate. Se avete la sensazione di riconoscere il posto, forse anche voi avete amato un film girato qualche anno fa in una Venezia tanto vera quanto insolita.
A destra ci abbaglia la famosa chiesa dei Miracoli, uno tra i primi e più felici esempi di architettura rinascimentale a Venezia. La chiesa fu costruita negli anni ottanta del '400 da Pietro Lombardo per custodire un’immagine della Madonna col Bambino che fu oggetto di grande venerazione e che si trova ancora sull’altare. E’ considerata un gioiello dell’architettura veneziana sia per le forme che per la ricchissima decorazione di marmi policromi che la riveste sia esternamente che all’interno.
Girate intorno alla chiesa, varcate il ponte e seguite la calle fino al campiello di Santa Maria Nova. Guardate in alto la facciata di palazzo Bembo-Boldù sulla vostra sinistra: è decorata con una delle più celebri statue cosiddette erratiche con cui i Veneziani abbellivano le loro dimore. Questo accigliato uomo barbuto è Chronos o Saturno. Proseguite nella stessa direzione e ritornate in salizzada San Cancian. Svoltate a sinistra, varcate il ponte di San Giovanni Grisostomo alla vostra sinistra. Se avete tempo, girate a destra in calle del Remer. Superate il sottoportico e vi troverete in corte del Remer, l’ultimo esempio di corte di palazzo che affaccia sul Canal Grande. Da qui si gode di una splendida veduta del Canal Grande e del ponte di Rialto oltre ai numerosi interessanti dettagli architettonici di palazzo Lion.
Tornate sui vostri passi e svoltate nuovamente a destra verso salizzada San Giovanni Crisostomo fino all’omonima chiesa, capolavoro della maturità dell’architetto Mauro Codussi, che conserva anche l’ultima pala d’altare di Giovani Bellini. Subito dopo la chiesa girate a sinistra per un’ultima piccola deviazione prima della mèta finale. Cosa leggete? Corte del Milion. Vi ricorda niente? Ma certo! Marco Polo!
Marco Polo, nato nel 1254, giovanissimo compì col padre e con lo zio un lungo viaggio che in Estremo Oriente raggiungendo la Cina dove passò ben 24 anni al servizio di Kublai Kan. La corte prende il nome dal libro dei suoi racconti di viaggio che dettò a Rustichello da Pisa mentre era in prigione a Genova. Della presunta casa dei Polo, citata anche nel suo testamento, rimangono le basse arcate del portico e rilievi scultorei del XII secolo.
Dalla Corte del Milion ritornate in salizzada S. Giovanni Crisostomo e girate a sinistra fino al ponte dell’Olio. Siete arrivati!
Superando il ponte dell’Olio, sarete ormai nel sestiere di San Marco come si nota dall’iscrizione dipinta sul muro (nizioleto in Veneziano) che indica l’ultimo numero del sestiere di San Marco. Oltrepassando il Fontego dei Tedeschi, dimora ed emporio dei mercanti provenienti dall’Europa centrale, un tempo affrescato da Giorgione e Tiziano, arrivate in campo San Bartolomeo dove a destra si apre l’animata scalinata del ponte di Rialto, unico ponte del Canal Grande fino alla metà del XIX secolo, che fu un collegamento vitale tra il centro politico della Serenissima, San Marco, e il centro finanziario, Rialto.
Testo: